L’anima gemella non è un vestito ordinato e tagliato su misura
Lo psicologo risponde – qualche consiglio per la ricerca di un partner ideale
Nell’appuntamento di oggi con la nostra psicologa Anna vorrei parlare di un errore molto comune che si commette quando si vuole trovare la propria anima gemella. Molti uomini sono convinti che la donna perfetta per loro sia una persona che risponda a precise caratteristiche sia fisiche che psicologiche.
Invece la mia esperienza professionale mi ha dimostrato che l’anima gemella non è un vestito ordinato su misura per un cliente esigente. Un rapporto di successo si costruisce col tempo e con la quotidiana convivenza, fatta di elementi di armonia ma anche di numerosi compromessi, raggiunti attraverso l’amore e il reciproco affetto.
Chi troppo vuole, nulla stringe
Nell’esposizione degli argomenti fatta dalla nostra Anna in questa video intervista, viene messo in evidenza come la ricerca quasi ossessiva da parte di un uomo verso un profilo di donna perfettamente corrispondente ai propri desideri, condurrà inevitabilmente all’insuccesso e al rimanere soli, coi propri desideri immaginari.
Non potrà mai esistere nella realtà una persona che risponda a tutti i parametri, estetici ed interiori, che un uomo si aspetta da lei. Ne potrà avere qualcuno, forse, ma non tutti.
Affinità e compatibilità in base alle priorità
Ecco quindi che il suggerimento che scaturisce dalle considerazioni fatte in questa intervista, è quello di non avere la pretesa di incontrare un partner fatto su misura per come lo immaginate voi. Focalizzate piuttosto l’attenzione su profili di ragazze e donne che siano compatibili con voi per quanto riguarda ciò che ritenete assolutamente prioritario nella vostra vita. Per esempio l’aspetto fisico. Oppure l’intelligenza e il livello culturale. O magari se volete stare con una ragazza intraprendente e attiva, o con una donna che preferisca la vita domestica, più tranquilla.
La donna perfetta
Il rischio che c’è se si trova una persona esattamente come la vorreste voi, è quello di trascorrere il vostro tempo al fianco di un robot, di un’ombra di voi stessi, con la quale non ci si sentirà appagati sentimentalmente, ma con un “io” sdoppiato.
Potreste insomma vivere un’esperienza come quella ben rappresentata nella scena del film di Buzzanca di tanti anni fa, dal titolo “La schiava, io ce l’ho e tu no”.